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LE BEATITUDINI
"BEATI I POVERI IN SPIRITO"
SANTUARIO MADONNA DEL CARMINE - CEPRANO
Domenica 9 Novembre, a Ceprano, nel Santuario Madonna del Carmine, ha avuto inizio il ciclo di giornate di spiritualità che hanno come tema di fondo Le Beatitudini, che Gandhi considerava “le parole più alte che l’umanità abbia ascoltato”. Ad aprire questi incontri è stata Suor Maria Cristina Gavazzi, Superiora Provinciale delle Suore di San Giuseppe di Chambery.
“Chi vuol essere cristiano è chiamato a diventare l’uomo delle Beatitudini”, con queste parole Suor Maria Cristina ha dato inizio alla sua meditazione. Sappiamo quanto non sia facile e tanto meno scontato in una società dove l’individualismo, l’arroganza, l’egoismo, l’indifferenza, l’ingiustizia, la violenza, il razzismo, intaccano la persona umana, a volte direttamente altre indirettamente, ma è possibile con una grande dose di allenamento.
Beati i poveri in Spirito perché di essi è il Regno dei cieli, così esordisce l’evangelista Matteo nel suo Vangelo. È Gesù che pronuncia queste parole a quelle migliaia di persone che lo seguono instancabilmente perché sa toccare le corde del loro cuore. E l’espressione ci fa capire che, a chi è povero in Spirito, Gesù promette il Regno dei cieli.
Ma chi sono questi poveri in Spirito? Il discorso si è sviluppato con la presentazione dei poveri di ieri, cioè quelli citati nella Bibbia, e di quelli di oggi. Nella Bibbia, ci è stato fatto osservare, i poveri sono le persone di cui Dio si prende particolarmente cura e sono gli orfani, le vedove e gli stranieri, categorie queste che sono nel cuore di Dio perché deboli ed emarginate dagli altri. Considerando che la persona povera è una persona che manifesta un bisogno, i poveri di oggi sono coloro che vivono senza Dio, quelli che hanno la presunzione di poter stare “bene” anche senza Lui, e poi gli emarginati: i bambini abbandonati, gli anziani, gli ammalati, gli immigrati, i rifugiati... tutti coloro che la nostra società considera “scarti”.
E perché Dio chiama queste persone felici, beate? Sembra paradossale, visto che non hanno niente, che vivono dimenticate da tutti, che vivono nell’ombra, al margine da tutti e da tutto. Ma la loro “beatitudine” nasce da un semplice fatto: hanno sempre Dio dalla loro parte, Dio è per loro il compagno di viaggio sulle strade “tortuose ed irte” del mondo di oggi.
Chi sono allora i poveri in Spirito di cui ci parla l’evangelista Matteo? Sono tutti coloro che hanno l’umiltà di riconoscersi persone semplici, vale a dire piccole creature nella mani di Dio, che si considerano un nulla dinanzi alla Sua grandezza; e nel riconoscere la propria piccolezza e fragilità sentono la necessità di avere Dio nel cuore. Solo quando saremo in grado di riconoscerci tali, potremo sentirci persone felici, cioè realizzate. Questa è la povertà in Spirito che ci rende felici.
Cosa ci serve, allora, per vivere il Vangelo delle beatitudini? Una vera conversione del cuore che ci porti ad essere sempre e ovunque dalla parte dei “poveri”, di tutti quelli che l’ingiustizia del mondo condanna alla sofferenza.
Dopo l’agape fraterna, il pomeriggio ci ha riservato la visione del film “Uomini di Dio”, un film la cui visione, senza farsi spaventare dalla sua durata (circa due ore), è da consigliare vivamente a tutti. Infine, la celebrazione della santa messa ha concluso in bellezza questo nostro primo approccio alle giornate dedicate alle Beatitudini.