Missione Albania….
Quando mi hanno chiesto di scrivere questo articolo, per un momento mi sono chiesta “ E ora cosa scrivo? ''. Può sembrare banale narrare una così bella e toccante esperienza, ma non lo è !! Non sono una grande narratrice, e nemmeno un Premio Nobel della letteratura, ma vi scriverò con semplicità, usando la Piccola Via, così come ci insegna la nostra amata '' Petite Thérèse ''.
Da un anno, ormai, ci preparavamo a questo incontro con l'ignoto, e in un momento mi ritrovo seduta sull'aereo; a fianco a me, Roberto e Marco Antonio alcuni dei miei amici , alcuni dei miei punti di riferimento in questo disegno di Dio .
Al bagliore delle luci di Tirana mi viene in mente che Dio conosce ciascuno per nome e che Lui ha un piano per ognuno di Noi. E poi mi sono voltata a guardare Roberto e Marco, e ho visto in loro la stessa luce che alimentava anche la mia anima . Era la luce della speranza e della ricerca di alcune risposte che affidiamo a Gesù . All'apertura delle porte scorrevoli dell'aeroporto, ci aspettavano Padre Angelo, Emiljan e Dimitri. C'è stato un momento in cui non sono riuscita a parlare , mille dubbi, mille pensieri, ma ero lì con loro e stavamo dando inizio alle danze. Mi è bastato il sorriso di Padre Angelo per capire che il nostro Dio ci dava la possibilità di incontrare la nostra Gente in maniera familiare .
La mia prima notte in Albania l'ho trascorsa dalle Monache Carmelitane di Nenshat . E' stato un incontro che rimarrà impresso nel mio cuore . Vi siete mai chiesti che volto potrebbe avere la Gioia ? Allora vi dico che, in quel momento,il volto della Gioia era davanti a me! Le Monache ci hanno accolti con applausi, urla di gioia, abbracci tra quelle porte che ci separavano. Quelle porte non esistevano in quel momento , era come se fossimo abbracciati dalla nostra amata Madre su una nuvola.
Il giorno dopo, il viaggio per Tropoje comincia attraversando delle strade poco raccomandate, buche, pietre che occupano l' asfalto (quando c'era). Non conosco niente dell' Albania se non pochi racconti che Emiljan mi ha accennato prima di partire. Malgrado le strade e il duro viaggio, contemplare la natura di quei posti non ha prezzo, è una terra bellissima, piena di risorse. L'Albania è donna fertile, è mamma per eccellenza , è dispensatrice di vita che abbonda in quella terra.
Poco prima d'arrivare a Dushaj, ho ricevuto il mio primo colpo da questa dura realtà. Una bambina sola, che poteva avere 6 anni, è lì sul bordo della strada con in una mano il rosmarino (che per loro è un tè) e nell'altro un bicchiere di plastica pieno di mirtilli che cercava di vendere. Per quella bambina, la bambina del tè, così l'hanno chiamato i figli di Lucia, stare lì è normale, la sua docile e incosciente età le permettono di non pensare ai pericoli cui potrebbe andare incontro. Ma mi sono chiesta, '' la paura non ha età '', chissà se dentro a quel corpicino esile e candido non regnava la paura, e se quei tremori erano dentro e non poteva esteriorizzarli. Deve fare vedere che è forte, ma non lo è ! E’ solo una Bambina, alla quale hanno rubata l'infanzia alla vita! Non ho parole davanti a queste ingiustizie. Il nostro viaggio prosegue ,e finalmente arriviamo a Raja, dove alloggeremo. Sono le 10 di mattina della domenica e arriviamo per la Santa messa. Entriamo e finalmente incontriamo la Gente. All'altare ci aspetta Padre Paolo Maria e Don Antonio. Durante la messa, Lucia e Andrea con i loro quattro bellissimi figli salutano la gente e con voce tremante esprimono le loro emozioni. Mi chiedo se anch'io avrò questa voce quando andrò via !!!
Quella domenica, dopo aver pranzato come una grande famiglia insieme anche ai seminaristi di Caltanissetta e dopo aver festeggiato l'onomastico di Marta, siamo andati in Kosovo che dista pochi chilometri , in un monastero protestante. Un piccola gita che ci ha fatto capire come era bello vedere unite le differenti religioni.
Infatti, uno dei tanti aspetti positivi della missione è stato proprio vedere il grande rispetto che unisce le differenti religioni. Mi ha raccontato Don Antonio che durante il primo giorno del Ramadan, al calare del sole, il vescovo si unisce al convito con l'Imam, e come l'Imam s'incontra con il vescovo durante la Quaresima. Un vero proprio esempio di rispetto, d'umiltà e di Pace.
Lucia, la nostra pediatra prima di partire , mi offre attente e preziose delucidazioni per quanto riguarda l'ambito medico sanitario del posto . Non sono un medico, sono una farmacista, ma cercherò di aiutare la Gente il più possibile, con la mia povera, ahimè, conoscenza medica .
Con me in camera, rimane la dolce e gentile Fabiola, la piccola Fabiola, nonché la nostra nutrizionista, che mi è stata di grande aiuto e di grande conforto . Ringrazio il Signore di averla conosciuta .
La sua dolcezza , le sue parole prima di addormentarmi la sera erano una vera poesia . Un vero dono del Signore.
Dopo la partenza della nostra bella famiglia, comincia il mio compito; è quello che il Signore vuole da me.
È vero quando si dice che il nostro Dio ha un piano per ognuno di noi. Sono arrivata lì, totalmente immersa nell'ignoto e ho potuto svolgere la mia professione di farmacista .
Padre Angelo mi fa conoscere le Suore missionarie Francescane del Sacro Cuore. Suor Lia, Suor Cristiana e le altre mi accolgono con tanto entusiasmo. Con le Suore si trovano anche alcune ragazze Spagnole del Terzo Ordine Francescano.
Dopo averle dato la cura, ho aggiunto delle vitamine al gusto lampone. Questa bambina, con tutto il suo stato di torpore, mi ha regalato un sorriso e mi ha abbracciato forte. Ma vedere questa bambina ripartire con la sua mamma e aiutarla a portare le buste della spesa, mi ha fatto capire come era stata fortunata la mia infanzia. Non sono mancate le urgenze. Il grande Emiljan, studente all'ultimo anno di infermieristica, ha fatto una sutura ad un uomo che si era tagliato con una lastra di ferro. Ho medicato una persona che si era bruciata con l'elettricità, ho misurato la pressione a persone anziane che mi ringraziavano, dicendomi '' Che Dio benedica le tue mani ''. E poi, non può mancare Flora. Flora è una ragazzina di 20 anni affetta da leucemia mieloide cronica, in fase terminale. Quasi tutte le sere eravamo da lei a rallegrare questi momenti di dolore. Lo Stato le passa solo la morfina, che deve fare intramuscolo; altri antidolorifici, con la prescrizione di Lucia, sono stati portati da Gabriele, il nostro Avvocato missionario, con un cuore immenso, che ci ha raggiunto dopo. Basta guardare gli occhi di Flora , quegli occhi splendenti, capaci di sopravvivenza di fronte a così tanta ingiustizia, per capire che erano soprattutto questi i momenti in cui, aiutando Flora e tutti coloro che ne avevano bisogno, arricchivo me stessa!! Una vera lezione di vita .
Sara, Maria e Marina sono state per noi una rivelazione, un vero esempio di umiltà, il loro sorriso, i loro canti arrivavano diretti nel cuore della gente!!! Un vero '' fuego'' spagnolo. Dopo aver fatto la loro conoscenza, entro nell’ ambulatorio che gestiscono le Suore con l'aiuto di una Suora infermiera di nome Mary. Davanti a me, un corridoio pieno di buste e di scatole riempite di farmaci, anche quelli che gentilmente ci hanno offerto a Pisa . La sala d'attesa è gremita di scatole con garze, dispositivi medici e disinfettanti. Una vera '' giungla''! Sarebbe stato facile dire “Lasciamo stare , non si può fare niente, troppo caos !!”, ma Dio creò il mondo in 7 giorni e mi sono detta “Noi ce la possiamo fare a sistemare l'Ambulatorio in 10 giorni. Non esistono limiti di tempo quando si tratta di speranza.” E così, io e i miei '' collaboratori '' Fabiola, Roberto e le ragazze spagnole, abbiamo trasformato quella giungla in vero '' giardino all'italiana'' ! Tutto era al suo posto. L'ambulatorio aveva una sala d'attesa sistemata e tutti i dispositivi catalogati: avevamo creato una vera farmacia. Vi posso dire solo una cosa: grandissima è stata la soddisfazione in quel momento! Durante il nostro da fare nell'ambulatorio, ho ricevuto la Gente del posto, che veniva a farsi visitare. Con la mia umile conoscenza medica, ho cercato di aiutare al meglio queste persone. Un episodio che mi ha toccato, quello di una bambina di 7 anni che, insieme alla mamma, aveva fatto chilometri con la febbre a 39° C e con una tonsillite per venire da me a farsi visitare.
Sono tanti i bei momenti passati in missione che ci vorrebbero giorni per raccontarli tutti. Ma sono a vostra disposizione! Una grande attenzione è posta sull'aspetto spirituale: partecipare alle celebrazioni nella chiesa di Raja o sulle cime di quelle belle montagne era come toccare il nostro Signore con le mani, un’ emozione che ti fa scoppiare il cuore; e ancora, partecipare ad un matrimonio, un battesimo ed una cresima e fare da madrina alla sposa ed essere una delle testimoni di nozze, farsi abbracciare da un bambino di 6 anni al momento della Pace e vedere Gesù nei suoi occhi!! Questa è la missione, è urlare “Come è bello credere !” Voglio ringraziare tutti quelli che mi hanno permesso di fare questa meravigliosa esperienza. Eravamo una vera Famiglia. Un Cuore , che batteva forte e da cui si diramavano le arterie principali, rappresentate da noi, che ogni mattina, andavamo ad offrire Amore e nel nostro percorso incontravamo la Gente del posto, che ricambiava con il suo Amore . Grazie alle persone albanesi, Alketa, Mri, Ludovik, Dimitri e tutti gli altri che ho conosciuto. Grazie a Don Antonio, parroco di quelle zone, che ha offerto tutto se stesso in ciò in cui crede, un vero esempio di carità e di missionario. Grazie a Padre Angelo e a Padre Gabriele, che mi hanno permesso tutto ciò e mi hanno aiutato a guardare con più misericordia in me stessa, ad imparare spesso dagli altri e ad essere vicini a chi è rimasto indietro!! Falënderim !!
Nadia Pierrette Campilongo